Passione

Aforismi

Ryszard Kapuscinski

Chi perde la capacità di stupirsi è un uomo interiormente morto. Chi considera tutto un déjà vu e non riesce a stupirsi di niente, ha perso la cosa più preziosa, l’amore per la vita.
Erano convinti che la storia si schierasse automaticamente dalla parte delle cause più nobili. Molti di loro hanno pagato quella fede con la vita.
Felice colui che ha rinunciato al mondo prima che il mondo abbia rinunciato a lui.
Gli autori dei libri di storia dedicano troppa attenzione ai cosiddetti “momenti forti” e troppo poca ai momenti di silenzio.
I media sono un giocattolo in mano ai ricchi. E i ricchi lo usano per diventare ancora più ricchi.
Il cinismo è un atteggiamento inumano, che allontana automaticamente dal nostro mestiere, almeno se lo si concepisce in modo serio.
Il presente è qualcosa che ci lega. Il futuro ce lo creiamo nella nostra immaginazione. Solo il passato è pura realtà.
Il silenzio è un segnale di disgrazia e non di rado di un crimine. È uno strumento politico, esattamente come il fragore delle armi o i discorsi di un comizio. Uno strumento di cui hanno bisogno i tiranni e gli occupanti che vigilano affinché la loro opera sia accompagnata dal silenzio.
In politica non occorre fare nulla: metà dei problemi è irrisolvibile e l’altra metà è destinata a risolversi da sola.
In un paese ricco, i soldi sono pezzi di carta con cui si possono comprare oggetti di consumo al mercato. In questo modo siamo solo clienti. Perfino un milionario è solo un cliente e niente di più. E in un paese povero? In un paese povero, i soldi sono una stupida barriera, bizzarra e spesso fiorente, che separa da qualsiasi altra cosa.
L'autorità non può tollerare una nazione che fa pressioni; la nazione non può sopportare un'autorità che ha cominciato ad odiare.
L'essenziale, in politica, è sapere aspettare: il più bravo a farlo vince la partita.
L'uomo ha paura dell’altro uomo e non tanto per il timore che questi lo uccida ma, in modo sempre più diffuso e frequente, che questi prenda il suo posto.
La memoria è una parte essenziale della coscienza umana,dell’anima. La perdita dell’arte della memoria rappresenta una gravissima minaccia per la personalità umana.
La memoria è una proprietà privata su cui il potere non ha diritti.
La natura diabolica di ogni male è quella di riuscire, a nostra insaputa e senza il nostro consenso, ad accecarci e irretirci.
La nostra conoscenza della storia non si riferisce alla storia reale, ma a quella creata dai media.
La nostra cultura si specchia nelle altre e solo a quel punto comincia a diventare comprensibile. Le altre culture sono specchi nei quali ci riflettiamo e nei quali riusciamo realmente a vederci come siamo.
La xenofobia è la malattia di gente spaventata, afflitta da complessi di inferiorità e dal timore di vedersi riflessa nello specchio della cultura altrui.
Le parole che aprono i tuoi occhi al mondo sono spesso più facili da ricordare.
Nell'uomo, il senso sociale, la consapevolezza del torto subìto e la volontà di lottare nascono solo al di sopra di un certo livello di vita.
Nella vita non si può avere tutto, bisogna pur lasciare qualcosa anche agli altri.
Non tenere conto della realtà: un principio destinato ad agire da sonnifero.
Oggi i media si muovono in branchi, come pecore in gregge; non possono spostarsi separatamente. Per questo, su tutto ciò che viene riportato, leggiamo e ascoltiamo gli stessi resoconti, le stesse notizie.
Per conoscere se stessi bisogna conoscere gli altri: gli altri sono lo specchio nel quale ci vediamo riflessi. Sa che per capire meglio se stessi bisogna comprendere meglio gli altri, confrontarsi e misurarsi con essi.
Potere è serietà: nei rapporti con il potere sorridere è un’indelicatezza, dimostra mancanza di rispetto.
Sono indispensabili due elementi: la consapevolezza di essere miseri e oppressi, e la convinzione che miseria e oppressione non fanno parte dell’ordine naturale del mondo.
Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile.
È impossibile conoscere la propria cultura senza conoscere quelle degli altri.